Stratigrafia
In merito alla stratigrafia, per la descrizione delle unità stratigrafiche (compresi i depositi quaternari recenti) si procederà dal termine più antico a quello più recente. Nel caso di legende strutturate in unità tettoniche, può essere mantenuto anche nelle Note illustrative l’ordine dettato dall’assetto strutturale, partendo dall’unità tettonica geometricamente più elevata, in accordo con lo schema tettonico e la legenda del foglio.
La descrizione litologica delle unità cartografate, ovviamente differenziata a seconda del tipo di roccia costituente, deve essere sufficientemente ampia e comunque mai meno dettagliata di quella riportata nella legenda del foglio. Poiché nei vari capitoli saranno riportati dati di estrema importanza anche ai fini applicativi, si raccomanda di esporre prima i dati relativi ai caratteri litologici che caratterizzano macroscopicamente le rocce, scendendo successivamente nel dettaglio. Le informazioni dovranno comprendere: litofacies costituenti, loro rapporti laterali e verticali, colore, spessore e geometria degli strati e dell’unità nel suo complesso, struttura, tessitura, grado di cementazione, contenuto fossilifero, associazione mineralogica e petrografica, strutture sedimentarie e di flusso, mineralizzazioni eventualmente presenti e quant’altro utile a identificare l’unità in esame. Dovranno essere poi descritti (se affioranti) i limiti e i rapporti stratigrafici con le altre unità, con particolare riguardo a quelli discontinui (sia discordanti che concordanti) e alle loro possibili espressioni (hard-ground, bauxiti, paleosuoli, ecc.). Dovrà essere indicata la potenza dell’unità, totale o in affioramento, stimata o misurata nell’area o in zone contermini, con attenzione alle variazioni laterali.
Per le rocce sedimentarie è necessaria la descrizione dell’associazione fossilifera (sia micro che macro), con l’indicazione delle biozone che caratterizzano l’unità. Per le rocce clastiche, vulcaniche e cristalline ampio spazio deve essere dato, a seconda dei casi, alla descrizione dei caratteri mineralogici, petrografici e chimici.
Quando possibile, deve essere descritto l’ambiente litogenetico o le modalità della messa in posto, riportando, se contrastanti, interpretazioni alternative di altri Autori.
Infine, sarà riportata l’età, desunta dai dati geometrici, biostratigrafici e/o radiometrici.
Se ritenuto necessario, possono essere aggiunti schemi, diagrammi, tabelle, carte delle facies, ecc., nei limiti di quanto indicato nel paragrafo 4.2.3 – Illustrazioni del Quaderno, serie III, n. 2 del SGN. Sarà questa anche la sede per la descrizione dei dati dei sondaggi.
Un’ultima annotazione riguarda l’istituzione di nuove unità stratigrafiche. Al gran numero di unità già note in letteratura, spesso a carattere locale, a volte in sinonimia con altre, in massima parte non definite formalmente anche se di uso consolidato in letteratura, si aggiungono quelle riconosciute e definite con il procedere delle attività per il rilevamento della Carta geologica alla scala 1:50.000. Affinché tali unità siano utilizzabili ai fini cartografici, è indispensabile un lavoro di sintesi e revisione di una certa mole, anche in considerazione delle caratteristiche geologiche locali e regionali. A questo scopo, le Note illustrative possono assolvere ad una funzione molto importante di omogeneizzazione cartografica, potendo divenire la sede dove istituire nuove unità, ridefinire quelle già in uso, effettuare correlazioni, ecc.. Le Note illustrative rappresentano quindi il luogo ideale dove riportare tutti i dati (comprese le sezioni tipo) necessari alla definizione ed alla istituzione formale dell’unità, che dovrà avvenire mediante la compilazione di un worksheet messo a punto dalla Commissione Italiana di Stratigrafia della Società Geologica Italiana, nell’ambito dell’Accordo di programma tra il Servizio Geologico Nazionale e il CNR.