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Le azioni di conservazione della natura sviluppate negli ultimi decenni sono efficaci per arrestare il declino della biodiversità?

In uno studio pubblicato su Science si fa un’analisi sulle misure di conservazione della natura evidenziando quanto siano state efficaci nel contrastare la perdita di biodiversità

Quanto le misure messe in atto negli ultimi decenni per contrastare la perdita di biodiversità sono state realmente efficaci? Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Science ha effettuato una metanalisi comparativa su 186 progetti di conservazione effettuati in tutto il mondo, che includevano 665 casi studio, cercando di dare una risposta a questa domanda. Quello che emerge è che i progetti analizzati sono stati efficaci nel contrastare la perdita di biodiversità intesa come perdita di specie, deterioramento di habitat e impoverimento della variabilità genetica all’interno di una specie. L’istituzione di aree protette, il contrasto alla diffusione delle specie aliene invasive, il ripristino degli habitat, la gestione sostenibile degli ecosistemi sono indicate come azioni di successo nel 66% dei casi analizzati per rallentare o contrastare la perdita di biodiversità. L’eradicazione e la gestione delle specie aliene invasive è risultata in assoluto l’intervento di conservazione più efficace.

Più della metà del PIL mondiale, circa 44 trilioni di dollari, è direttamente o indirettamente collegato alla natura e al buon funzionamento degli ecosistemi. Attualmente 121 miliardi di dollari sono investiti in progetti di conservazione della natura a fronte di una cifra, che alcuni studi valutano tra i 178 e i 524 miliardi di dollari annui, necessaria a rallentare la perdita di biodiversità in atto. 

Nel gruppo di ricerca che ha pubblicato l’articolo è presente un ricercatore ISPRA.

L’articolo completo e maggiori informazioni su metodi e risultati