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In Puglia nuova stazione mareometrica del Sistema Nazionale Allerta Maremoti

Lo scorso aprile è stata installata una nuova stazione mareometrica a Santa Maria di Leuca che si aggiunge alle sei stazioni, già operative dal 2021, della rete di misura del livello del mare per il Sistema d’Allertamento nazionale per i Maremoti generati da sisma (SiAM), istituito con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 febbraio 2017. La nuova stazione mareometrica di Santa Maria di Leuca- serie plus- è integrata nella rete di sorveglianza nazionale per il SiAM - infrastruttura di primo livello per il monitoraggio di eventuali onde di maremoto, indotte da sisma o da altri eventi eccezionali nella regione del Mar Mediterraneo. Questa rete è costituita da una nuova generazione di strumenti di osservazione del livello del mare ed è progettata per resistere ad eventi estremi e a condizioni severe di esercizio.

stazionisiam.jpgTutte le stazioni mareometriche della rete di sorveglianza nazionale per il SiAM sono collocate in siti in cui esiste un maggior rischio di maremoti, a causa della loro vicinanza a possibili fonti tsunamigeniche presenti nel Mediterraneo.

La stazione di Santa Maria di Leuca è installata in una posizione utile a rilevare le onde di maremoto provenienti dal Mar Mediterraneo Orientale.

Le stazioni mareometriche della rete di sorveglianza per il SiAM sono collocate a:

- Portopalo di Capo Passero, dal 7/4/2021, alle coordinate 36.666308 (N), 15.112338 (E);

- Roccella Jonica, dal 9/4/2021, alle coordinate 38.327075 (N), 16.432330 (E);

- Cetraro, dal 10/4/2021, alle coordinate 39.526770 (N), 15.920171 (E);

- Teulada, dal 21/4/2021, alle coordinate 38.927562 (N), 8.719502 (E).

- Pantelleria, dal 29/4/2021, alle coordinate 36.768630 (N), 11.963550 (E);

- Marettimo, dal 5/5/2021, alle coordinate 37.966238 (N), 12.076653 (E);

- Santa Maria di Leuca, dal 10/4/2024, alle coordinate 39.795394 (N), 18.359352 (E)

stazione-puglia.jpgLa nuova stazione plus di Santa Maria di Leuca è in versione migliorata e ridondata rispetto alle altre precedenti sei stazioni, al fine di riuscire ad annullare il tempo di “fuori servizio”. Oltre all’equipaggiamento strumentale della configurazione standard delle sei stazioni, costituita da un sistema con a bordo due sensori piezometrici - master e slave, la nuova stazione è stata dotata di un sistema completo di backup (spare), composto da un terzo sensore di misura del livello del mare, da un’alimentazione indipendente e da un secondo sistema di acquisizione, elaborazione e trasmissione dei dati rilevati, anch’esso in grado di trasferire in automatico, e in tempo reale, le misure al Centro Allerta Tsunami dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (CAT-INGV).

La stazione di Santa Maria di Leuca è inoltre dotata di fotocamera orientata verso Punta Ristola, che è il punto più a Sud dell’Italia Orientale, noto come il “Tacco d’Italia”.

Le attuali sette stazioni mareometriche installate per il SiAM, con caratteristiche di alta precisione e alta frequenza di rilievo del livello del mare, con sistema di trasmissione dati in tempo reale (UMTS e satellitare Iridium) ospitato a bordo, potenziano la capacità di sorveglianza operativa per la mitigazione del rischio di maremoti lungo il Mar Tirreno Centrale e Meridionale, il Canale di Sicilia e il Mar Ionio.STAZIONE-SENSORI.png

L’Italia rafforza, in tal modo, la sua collaborazione al programma ICG/NEAMTWS (Intergovernmental Coordination Group for the Tsunami Early Warning and Mitigation System in the North-Eastern Atlantic, the Mediterranean and connected seas), istituito nell’ambito della Commissione Intergovernativa Oceanografica (IOC) coordinata dall’UNESCO, per la gestione del rischio di tsunami nell’area del Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico Nord Orientale e, con questa innovazione tecnologica, contribuisce al miglioramento del sistema di allertamento internazionale.

I dati rilevati dalle stazioni di misura sono trasferiti in tempo reale (con pochi secondi di latenza) al CAT-INGV e accessibili al pubblico sul sito internet: https://tsunami.isprambiente.it/TAD_Server/Home.

 

Più comunità costiere pronte a gestire il rischio di maremoti nel Mediterraneo e nell’Atlantico nordorientale

Lo scorso gennaio, la città di Cannes in Francia è stato il primo Comune costiero del Mediterraneo ad ottenere, dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa (IOC) dell’UNESCO, il riconoscimento di comunità “Tsunami Ready”, per avere attuato tutto il programma di preparazione e mitigazione nella gestione del rischio di maremoti. Altre comunità costiere nell’area geografica che comprende l’Oceano Atlantico nordorientale, il Mar Mediterraneo e i bacini ad esso collegati, come ad esempio il Mar Nero, si avviano a completare le procedure elencate nelle linee-guida del programma Tsunami Ready, così da raggiungere presto il numero di altre 7 municipalità pronte e preparate alla gestione del rischio di maremoti.

E’ ciò che ha auspicato la XVIII assemblea generale IOC-NEAMTWS, tenutasi a Parigi dall’5 all’8 febbraio 2024 e che ha coinvolto le delegazioni internazionali di quel gruppo di coordinamento internazionale impegnate nell’implementazione del programma IOC-UNESCO per la gestione del rischio di tsunami.

In Italia, sono già in fase avanzata di preparazione i Comuni di Minturno, Palmi, Marzamemi, Otranto e Stromboli, grazie alle attività di partecipazione e coinvolgimento di cittadini e autorità locali condotto dagli enti nazionali che gestiscono il sistema di allerta SiAM, ovvero il Dipartimento per la Protezione Civile, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Un forte impulso all’implementazione del programma Tsunami Ready nell’area NEAMTWS ( Mediterraneo e Atlantico nordorientale) è stato dato dalle attività del progetto CoastWave, finanziato dalla Commissione Europea (DG ECHO) e dalla stessa IOC-UNESCO. L’iniziativa ha svolto molte esercitazioni con le popolazioni di alcuni comuni costieri dei paesi del partenariato: Cipro, Egitto, Grecia, Malta, Spagna e Turchia, anche in occasione del giorno internazionale della consapevolezza sul rischio di tsunami, che si celebra ogni 5 novembre.

Ulteriori avanzamenti nell’implementazione del programma sono stati illustrati dai vari gruppi di lavoro interni focalizzati sulle attività scientifiche di rilevamento e valutazione dei fenomeni, le tecniche operative di allerta e gestione del rischio, le esercitazioni periodiche, lo scambio di conoscenze ed esperienze, la comunicazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.

Al fine di coinvolgere maggiormente i paesi della sponda sud del Mediterraneo, la prossima assemblea generale IOC-NEAMTWS dovrebbe essere ospitata in Egitto nel prossimo mese di ottobre.

Approvata la Convenzione ISPRA - Dipartimento Protezione civile per il SiAM

E' stata approvata la Convenzione sottoscritta tra l’ISPRA e il Dipartimento Protezione civile per un rapporto di collaborazione e partenariato in attività istituzionali finalizzato allo sviluppo di conoscenze, metodologie e tecnologie utili alla piena attivazione del Sistema d’Allertamento nazionale per i Maremoti generati da Sisma (SiAM).

L’ISPRA fa parte del sistema nazionale di allerta per i maremoti indotti da sisma (SiAM), istituito con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 febbraio 2017. Il SiAM è promosso e coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e coinvolge anche l’Istituto di geofisica e vulcanologia (INGV).

L’ISPRA ha il compito di fornire in tempo reale i dati di livello marino rilevati dalla rete mareografica al Centro per l’Allerta Tsunami (CAT) dell’INGV, che verifica la possibilità che un determinato evento sismico con epicentro nel mare, o in prossimità di aree costiere, possa generare un maremoto, stimando i tempi di arrivo delle onde e i tratti costieri potenzialmente interessati. L’INGV si avvale della collaborazione dell’ISPRA per la conferma di un possibile maremoto e provvede ad informare rapidamente il DPC che detiene la responsabilità di lanciare l’allerta su tutto il territorio nazionale, mobilitando tutte le componenti del sistema di protezione civile e i suoi corpi operativi.

Relazione sul possibile uso di cavi sottomarini per l’implementazione del SiAM

A conclusione delle attività di tale Tavolo Tecnico relativo al Progetto “Cavi sottomarini” per il completamento del SiAM, cui hanno preso parte esperti dell’ISPRA e di altri enti nazionali ed internazionali, è stata redatta la relazione di attività qui disponibile .  Il documento espone la definizione degli obiettivi di qualità da conseguire, l’esame comparativo delle tecniche (DAS, SOP, IL, SMART) che, al momento, sembrano le più adatte a complementare i dati del SiAM, l’individuazione dei cavi sottomarini sui quali effettuare la sperimentazione in campo.

Rischio tsunami: lanciata la Strategia 2030 NEAMTWS

A metà aprile 2023, nel corso dell’ultima riunione del direttivo del gruppo di lavoro della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO che si occupa della gestione del rischio di tsunami nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, è stato reso pubblico, per la sua diffusione a tutti i soggetti interessati, il documento che presenta gli obiettivi principali per migliorare i sistemi di allerta rapidi attivati nell’area per proteggere le popolazioni costiere.

La strategia 2021-2023 che, nel rispondere alla necessità sociale di proteggere le persone dalle inondazioni da maremoto, contribuisce al Decennio della Scienza Oceanografica per lo Sviluppo Sostenibile promosso dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO, si basa su tre pilastri di attività: la valutazione del pericolo e del rischio di tsunami; l’identificazione del fenomeno, l’allerta e la disseminazione delle informazioni; la consapevolezza del rischio e le misure per affrontarlo.

Il documento delinea le principali azioni di implementazione della strategia e indica anche gli elementi necessari per la valutazione dell’efficacia della loro efficacia.

Strategia 2030

A Napoli la riunione di esperti per l’attuazione della strategia NEAMTWS

Il gruppo di lavoro internazionale che si occupa di implementare la strategia della Commissione Intergovernativa Oceanografica (IOC-UNESCO) per la gestione del rischio di tsunami nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, ovvero la parte dell’oceano che bagna i paesi europei, si è riunito a Napoli nei giorni 28-30 novembre 2022. Erano presenti più di 60 di esperti, in parte anche con collegamento virtuale, in rappresentanza delle istituzioni che gestiscono i sistemi di allerta per i terremoti e i possibili conseguenti maremoti nei paesi che si affacciano sul bacino del Mar mediterraneo e nella parte europea dell’oceano Atlantico. Le riunioni sono servite a presentare lo stato di avanzamento dei sistemi di rilevamento dell’innalzamento del mare (per l’Italia ne è responsabile l’ISPRA con le sue stazioni di monitoraggio) e di allerta rapida per fenomeni sismici tsunami-genici.

Sono stati anche illustrati e condivisi i progressi verso l’attuazione di mappature di possibili inondazioni costiere, nonché le attività realizzate e in corso per implementare con la popolazione di alcune aree costiere il programma di comunicazione, formazione e presa di coscienza del rischio di tsunami, le esercitazioni svolte per l’evacuazione di alcune comunità nell’ambito del programma Tsunami Ready e i risultati attesi da alcuni progetti di ricerca che stanno sviluppando delle metodologie e delle buone pratiche di gestione di tale calamità naturale che può provocare molte vittime e ingenti danni.
Queste riunioni sono state molto utili e produttive per rinforzare la collaborazione internazionale necessaria per l’attuazione della strategia NEAMTWS 2030 e per stabilire le prossime attività dei gruppi di lavoro incaricati di raggiungerne gli obiettivi.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito Neamtic.

Esercitazione in Calabria per la gestione del rischio di maremoti

Esperti dell’ISPRA sono stati invitati a contribuire, con le loro conoscenze tecnico-scientifiche, alle due giornate di lavoro che si sono svolte nel Comune di Bagnara Calabra, nell’ambito dell’esercitazione EXE Sisma dello Stretto, organizzate per approfondire il tema dell’allerta maremoti e delle necessarie misure di gestione e mitigazione di tale rischio naturale, indotto per lo più da eventi sismici.

Il nostro paese si è dotato da alcuni anni del Sistema nazionale di allerta maremoti (SiAM) che viene attuato dal Dipartimento della Protezione con il supporto tecnico-scientifico e operativo dell’INGV e dell’ISPRA. Grazie alla sua rete mareografica e ai nuovi mareometri installati in alcune regioni del Sud Italia, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale è in grado di rilevare in tempo reale l’innalzamento del livello del mare e allertare gli altri enti pubblici responsabili delle misure di difesa civile.

Questi incontri con le autorità locali, gli operatori economici e i cittadini delle città costiere delle regioni meridionali a rischio di maremoti hanno lo scopo di informare e sensibilizzare i responsabili della gestione pubblica e la stessa popolazione sui comportamenti da assumere in caso di allerta maremoti a seguito di eventi sismici. Vengono anche identificate possibili criticità nei piani di evacuazione ed esaminate le necessità espresse da amministratori e cittadini.

Queste esercitazioni per diventare comunità “Tsunami Ready” sono svolte in tutte le aeree del mondo a rischio di tali fenomeni, su impulso della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO che ha lanciato l’omonimo programma che intende attuare le strategie identificate a livello internazionale per proteggere le vite umane e ridurre i possibili danni materiali causati dagli tsunami.

World Tsunami Awareness Day

Il 5 novembre di ogni anno si celebra, su impulso delle Nazioni Unite che l’hanno istituita nel 2015, la giornata di sensibilizzazione e presa di coscienza sul rischio rappresentato dagli tsunami per i molti milioni di persone che, nel mondo, vivono in prossimità di mari e oceani. Si tratta di eventi naturali, per fortuna, piuttosto rari ma con impatti disastrosi per uomini e cose. Quest’anno lo Tsunami Awareness Day è focalizzato sull’obiettivo G del Quadro di riferimento di  Sendai che prevede una maggiore disponibilità di sistemi di allerta rapida, in caso di possibili calamità e un più facile accesso a tali sistemi informativi indispensabili per salvare vite umane.
  • World Tsunami Awareness Day
  • 2022-11-05T00:00:00+01:00
  • 2022-11-05T23:59:59+01:00
  • Il 5 novembre di ogni anno si celebra, su impulso delle Nazioni Unite che l’hanno istituita nel 2015, la giornata di sensibilizzazione e presa di coscienza sul rischio rappresentato dagli tsunami per i molti milioni di persone che, nel mondo, vivono in prossimità di mari e oceani. Si tratta di eventi naturali, per fortuna, piuttosto rari ma con impatti disastrosi per uomini e cose. Quest’anno lo Tsunami Awareness Day è focalizzato sull’obiettivo G del Quadro di riferimento di  Sendai che prevede una maggiore disponibilità di sistemi di allerta rapida, in caso di possibili calamità e un più facile accesso a tali sistemi informativi indispensabili per salvare vite umane.
  • Quando 05/11/2022 (Europe/Berlin / UTC100)
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Si vorrebbe poter allertare, entro il 2030, tutti gli abitanti delle zone costiere del nostro pianeta, la metà della popolazione mondiale, con tutte le possibili misure di preparazione, mitigazione e risposta al rischio di tali eventi che hanno impatti disastrosi sull’ambiente, la salute, le diverse attività produttive, il benessere sociale delle comunità marino-costiere.
L’ISPRA, che insieme con il Dipartimento della protezione Civile e l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha la responsabilità di implementare il SiAM, il sistema italiano di allerta maremoti generati da sisma, contribuisce in tempo reale e costantemente a tale servizio con la sue reti mareometriche, i cui dati sono disponibili sul portale tsunami.isprambiente.
Si sta inoltre valutando la possibilità di sperimentare l’utilizzo di cavi sottomarini per telecomunicazioni per l’osservazione dei processi d’interesse per la difesa civile e il controllo ambientale al fine di poter fornire informazioni più rapide ed efficaci per la gestione del rischio di maremoti.
In questo campo ISPRA sta svolgendo attività di ricerca tecnico-scientifica che tengono conto del continuo sviluppo di innovazioni tecnologiche per le telecomunicazioni e dei nuovi sistemi di posa di cavi cosiddetti smart.

XVII Assemblea Generale ICG/NEAMTWS

Il gruppo di coordinamento intergovernativo che si occupa dell’implementazione di un sistema di allerta rapida per il rischio di tsunami nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale ha tenuto la sua assemblea generale, in forma virtuale, nei giorni 24, 25 e 26 novembre 2021.

Queste riunioni annuali tra i delegati dei 40 paesi membri di quest’area, che è una delle quattro regioni in cui la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO ha suddiviso i suoi programmi di collaborazione internazionale e in particolare il suo programma per la gestione del rischio di tsunami, hanno lo scopo di fare il punto sulle attività svolte nell’anno appena concluso e di concordare un dettagliato cronoprogramma di sviluppo del sistema comune di allerta per il nuovo anno di lavoro.

Oltre ai delegati degli Stati membri, sono invitati a partecipare anche i rappresentanti di alcuni paesi osservatori e di una ventina di organizzazioni europee e internazionali che hanno competenze sulla protezione e la gestione dell’oceano e possono fornire utili contributi tecnici e operativi.

L’Assemblea Generale ha espresso apprezzamento per le esercitazioni che si sono svolte in Francia e a Malta per celebrare la giornata internazionale sulla consapevolezza dei cittadini delle aree costiere relativamente al rischio di maremoti, indotti prevalentemente da eventi sismici, e per l’avanzamento del riconoscimento di alcune comunità come “Tsunami Ready”, in quanto impegnate ad attuare le misure di allerta rapida per la protezione della popolazione locale. Tra queste, per quanto riguarda l’Italia, Minturno, Pachino e Palmi.

Un altro risultato importante acquisito di recente è il finanziamento da parte della DG ECHO della Commissione europea del progetto ”Strenghtening the resilience of coastal communities in the North East Atlantic, Mediterranean Region to the impact of tsunami and other sea level-related coastal hazards”, progetto che si affiancherà all’azione COST AGITHAR già in corso da qualche anno e che promuove la collaborazione nella ricerca scientifica applicata alla gestione del rischio di tsunami e ad altre iniziative di studio sull’utilizzo dei cavi sottomarini per migliorare l’efficienza dei sistemi di allerta.

I convenuti hanno poi espresso il loro apprezzamento per l’istallazione da parte dell’ISPRA delle nuove stazioni collocate nell’Italia meridionale per aumentare l’efficacia operativa del Sistema nazionale di allerta maremoti (SiAM) e hanno raccomandato ai coordinatori dei gruppi di lavoro, così come alle diverse task teams interne all’ICG/NEAMTWS di presentare per la fine di gennaio 2022 i documenti che illustrano più nel dettaglio loro piani di azione per le attività da svolgersi nel nuovo anno.

Comunità Tsunamy Ready

Aumentare il livello di preparazione ai maremoti

La Commissione Oceanografica Intergovernativa IOC dell’UNESCO promuove l’attuazione del programma Tsunami Ready per coinvolgere direttamente le comunità del mondo, che si affacciano sulle coste di mari e oceani, nella gestione del rischio di maremoti, aumentandone la consapevolezza, la conoscenza del fenomeno e le misure di mitigazione dei possibili danni.

Anche nel nostro paese che, nel 2017 si è dotato del Sistema nazionale di Allerta Maremoti (SiAM), il Dipartimento della Protezione Civile, l’INGV e l’ISPRA, che sono i tre enti responsabili dell’implementazione del SiAM, sono state avviate nel 2020 iniziative di formazione e apprendimento tra alcune comunità costiere interessate ad adottare le linee-guida internazionali Tsunami Ready prodotte dalla IOC/UNESCO e acquisirne il riconoscimento dello status.

I comuni costieri italiani finora coinvolti nel programma sono Minturno in provincia di Latina, Palmi in Calabria e la comunità di Marzameni-Pachino in Sicilia, località a rischio medio-alto di possibili inondazioni da improvviso innalzamento del livello del mare provocato da eventi sismici.

Il processo di gestione del rischio maremoti, secondo le linee-guida Tsunami Ready, coinvolge prima di tutto i sindaci e le autorità locali responsabili dei piani di protezione civile, ma si fonda soprattutto sul coinvolgimento diretto della popolazione, chiamata a partecipare attivamente nella gestione del rischio di possibili maremoti, apprendendo tutte le misure di sicurezza da adottarsi in caso di emergenza.

Nel mese di maggio 2021 è stato costituito il Comitato Nazionale Tsunami Ready, composto da un rappresentante del Dipartimento della Protezione Civile, dell’INGV e dell’ISPRA, con il compito di diffondere e promuovere in Italia la crescita delle comunità costiere informate e consapevoli del rischio di maremoti e dunque capaci di affrontare correttamente le misure di preparazione e sicurezza.

Sei nuove stazioni di sorveglianza per il SiAM

Sono operative dallo scorso maggio le sei nuove stazioni per la misura del mare strategiche per l’implementazione del Sistema italiano di Allertamento per i Maremoti (SiAM). Le nuove stazioni sono visionabili sulla piattaforma ISPRA-TAD Server tsunami.isprambiente.it

Linee guida per i servizi di allerta maremoti al tempo del COVID-19

Il gruppo di lavoro sulla comunicazione della Commissione Intergovernativa Oceanografica dell’UNESCO ha fissato in un documento le priorità e le buone pratiche da utilizzare nella gestione dell’allerta, evacuazione e riparo della popolazione in caso di maremoti che si verifichino in questo periodo di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da corona-virus.

Le regole di distanziamento sociale, l’autoisolamento e le misure di quarantena, obbligatorie per prevenire la diffusione del virus, possono creare molta confusione e pericolosa incertezza in caso di un allarme per maremoto. Queste linee guida, redatte appunto per informare la popolazione e renderla più consapevole e resiliente, spiegano quali buone pratiche, quali misure e azioni prioritarie si debbano adottare per preservare le vite umane da uno tsunami, pur tenendo conto delle vigenti prescrizioni di comportamento per la pandemia in corso. 

Linee guida

 

Il Sistema di allertamento maremoti progredisce: attiva la trasmissione istantanea dati dall'ISPRA all'INGV

È stato definitivamente messo a punto, nei primi giorni di aprile 2020, il trasferimento veloce dei dati di livello del mare direttamente dalle stazioni della rete mareografica dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) al Centro Allerta Tsunami (CAT) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ai fini dell’attuazione della direttiva che istituisce il SiAM, il sistema nazionale di Allertamento Maremoti di origine sismica (G.U. Serie Generale n.128 del 5 giugno 2017).

Il SiAM prevede l’invio, entro pochi minuti dal terremoto, di un messaggio di allerta dal CAT-INGV al Dipartimento della Protezione Civile che lo diffonde immediatamente alle autorità locali e al sistema di protezione civile territoriale.

La conferma di un eventuale tsunami generato dal sisma può avvenire soltanto dall’osservazione dei mareografi della rete ISPRA e delle altre reti presenti nel Mediterraneo. Quanto più rapida è la conferma, tanto più efficaci saranno le misure di mitigazione del rischio.

Il nuovo sistema di trasmissione dei dati, denominato appunto FAST, consente al CAT-INGV di disporre in tempo reale della misura delle variazioni del livello del mare su tutte le coste nazionali, al fine dell’immediata verifica di possibili maremoti che potrebbero abbattersi sulle coste italiane e degli altri paesi del Mediterraneo.

A seguito di un periodo di sperimentazione durata alcuni anni, la tecnica di trasmissione ora attivata riduce il tempo di trasmissione da pochi minuti a pochi secondi e assicura allo stesso tempo una ridondanza nel trasporto dei dati, rendendo così più rapido ed efficiente l’intero sistema di allertamento per i maremoti. Questo miglioramento rappresenta un ulteriore progresso nell’operatività del SiAM che è in continuo sviluppo grazie alla stretta collaborazione tra ISPRA, INGV e Dipartimento della Protezione Civile.

Al via uno studio congiunto per l'utilizzo di cavi sottomarini per l'allerta dei maremoti

L’Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione del Ministero dello Sviluppo Economico, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’ISPRA hanno sottoscritto in questi giorni un accordo di cooperazione e partenariato per svolgere congiuntamente attività tecnico-scientifiche finalizzate all’impiego di cavi sottomarini per il Sistema di  allerta nazionale per i maremoti (SIAM) generati da sisma, istituto dalla Direttiva PCM del 17 febbraio 2017.

La collaborazione avviata tra i tre enti si espliciterà tramite la costituzione di un tavolo tecnico cui parteciperanno anche i gestori delle reti dei cavi sottomarini per telecomunicazioni, per verificare la fattibilità operativa di un primo sistema di monitoraggio e di allerta in grado di far pervenire al SIAM avvisi di possibili maremoti dalle infrastrutture posate sui fondali prevalentemente per il funzionamento della rete globale Internet.

Il progetto congiunto prenderà in considerazione anche il possibile riuso di cavi sottomarini abbandonati e i requisiti tecnico-scientifici per il preavviso di possibili calamità naturali delle infrastrutture che saranno posizionate in futuro per le telecomunicazioni.

Attualmente il sistema di preavviso di possibili disastri causati dall’innalzamento del mare provocato da eventi sismici si basa su sonde galleggianti, su navi impiegate per questo specifico scopo e su osservazioni satellitari, metodi che, offrendo un rilevamento possibile solo sulla superficie del mare, sono ritenuti meno efficienti di sensori posizionati direttamente sul fondo marino.

L’accordo di collaborazione in essere si situa, a livello nazionale, sulla scia degli studi già in corso in Giappone a seguito del disastroso evento di Fukushima e in linea con le attività di un gruppo di lavoro costituito sullo stesso argomento tra l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, l’Unione Internazionale per le Telecomunicazioni e la Commissione Intergovernativa Oceanografica dell’UNESCO.

Più forte la collaborazione internazionale per l’allerta e la mitigazione del rischio da maremoto nel Mediterraneo

La sedicesima sessione del gruppo di coordinamento intergovernativo per il sistema di allerta e mitigazione del rischio maremoto nel Mar Mediterraneo, nell’Oceano Atlantico nordorientale e nei mari collegati (ICG/NEAMTWS), istituito nell’ambito della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO, si è svolta a Cannes dal 2 al 4 dicembre.

Ai lavori hanno partecipato le delegazioni di una quarantina di paesi, tra cui l’Italia, rappresentata dal Dipartimento della Protezione Civile, dall’Istituto di Geofisica e Vulcanologia e dall’Istituto  Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale , i tre Enti che dal 2017 collaborano per l’attuazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri che ha istituito il Sistema nazionale di Allerta Maremoti generati da sisma (SiAM).

Le riunioni hanno consentito di fare il punto sull’attuazione del sistema condiviso di allerta e mitigazione del rischio tsunami  promosso dall’UNESCO per l’area NEAM,  a seguito del tragico maremoto che, nel dicembre del 2004, ha causato più di 230.000 morti sulle coste bagnate dall’Oceano Indiano.

L’obiettivo della collaborazione tra gli Stati membri è quella di organizzare e facilitare lo scambio di dati relativi agli eventi sismici registrati nell’area e al possibile innalzamento del livello del mare e di promuovere la condivisione di conoscenze, esperienze e buone pratiche nella gestione del rischio da maremoto. Attualmente il sistema NEAMTWS si avvale delle attività di 5 enti che svolgono il ruolo di fornitori di dati in tempo reale: l’INGV italiano, il CENALT francese, il KOERI turco, il NOA greco e l’IPMA portoghese.

La sessione di lavoro si è focalizzata anche sull’esame dei progressi fatti nell’implementazione delle attività strategiche concordate, sulle esercitazioni in programma nel 2020, sui progetti attuati a livello nazionale ed europeo e sulle iniziative in programma nei prossimi mesi, rivolte sia agli operatori del settore marittimo, che ad incrementare la generale consapevolezza del rischio da maremoto.

Maggiori informazioni

Incontro tra autorità responsabili della protezione civile ed esperti tecnico-scientifici nella gestione del rischio di maremoti

Il 24 settembre scorso si è svolta presso la prefettura di Latina un incontro tra autorità responsabili della protezione civile ed esperti tecnico-scientifici nella gestione del rischio di maremoti, tra i quali alcuni tecnici dell’ISPRA e dell’INGV.

La riunione era finalizzata alla preparazione di un’esercitazione di protezione civile nell’ambito della Regione Lazio, al fine di testare la preparazione del sistema nazionale di gestione e mitigazione di possibili eventi di maremoto.

L’esercitazione avrà luogo a Latina il 10 ottobre quando, dalle ore 9.30 alle ore 14.30, verrà lanciato un allarme dalla piattaforma del Sistema italiano di allerta maremoti (SiAM) istituito ed attivato a seguito dell’entrata in vigore della Direttiva del Presidente del consiglio dei Ministri del 17 febbraio 2017.

L’allarme mobiliterà tutte le strutture di protezione civile regionali impegnate ad esercitarsi nella gestione di un possibile innalzamento del livello del mare con sua intrusione sulla costa di Latina, aree sensibili comprese. La simulazione di maremoto sarà focalizzata sull’inondazione di molti impianti e strutture pubbliche e private e ha lo scopo di verificare l’efficienza del sistema nel fornire adeguate risposte all’evento.

Il Sistema italiano di allerta maremoti presentato in Giappone

Lo scorso 15 aprile, nell’ambito della giornata internazionale della ricerca italiana, si è svolto, su invito dell’ambasciata italiana a Tokyo, un incontro presso l’Istituto di scienze della terra giapponese nel corso del quale è stato presentato da un rappresentante dell’ISPRA il sistema italiano di allerta maremoti istituito dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 febbraio 2017.

La presentazione molto dettagliata e ricca di efficaci immagini è disponibile a questo link.